Georges Simenon? Sì… mais non.

Share
Dedicato a chi, con aria di strafottenza, qualche tempo fa ha considerato la mia lettura dei gialli simenoniani una perdita di tempo. L’aneddoto richiama l’annosa questione: nella prolifera produzione di Simenon, meglio i libri gialli oppure i cosiddetti romanzi classici? Non esiste risposta sbagliata, poiché è la stessa domanda ad esserlo: quei gialli dall’inconfondibile protagonista pipettante e baffuto sono diventati ormai dei classici a tutti gli effetti.
Classico è lui, monsieur Jules Maigret, corpulento detective all’apparenza spigoloso e burbero, dotato di una spiccata sensibilità, di intuito non comune nel risolvere anche i casi più spinosi, e pure di una moglie che lo attende ogni sera con infinita pazienza. Classico è lo sfondo nebbioso e grigio, quell’odore di umido che sembra penetrare nelle ossa di chi legge. Classica è la capacità di ricreare intatta l’atmosfera di una città, facendola diventare la città. Classico è quell’intreccio mai banale e scontato, tanto da far ritornare spesso indietro alla ricerca di quel dettaglio sfuggito grazie alla mano diabolica dell’autore. Classici sono i piatti da tre stelle Michelin che il commissario-buongustaio spazzola accompagnati da una fresca birra (imitato poi dalle creature di Camilleri e Montalban). E classico, infine, è il vero e proprio casino poliziesco permeato da una buona dose di eleganza e savoir faire tipicamente francese.
Nessuno come Simenon sa tenere sveglia l’attenzione sul perché sia stato commesso un delitto, e non semplicemente su chi l’abbia commesso. Libri che sanno di fumo, di foschia, di storia e di malinconia. Senza nulla togliere al resto della produzione, mossa dalla stessa inconfondibile capacità di smascherare tutte le debolezze, le brutture e le fragilità dell’animo umano.

Mai ha calzato così a pennello la famosa immagine magrittiana: ceci n’est pas une pipe. Perché, in effetti, a cercarla bene una pipa vera e propria non c’è. Ma il suo odore si sente in ogni pagina, forte e penetrante.
In tutta questa bagarre, l’unica cosa certa è che il buon vecchio Georges non starà di sicuro lì a rigirarsi nella tomba… Continuerà invece a riposare beatamente, e senza dubbio si farà pure una sonora risata alla faccia di tanta inutile sagesse.

Il consiglio sfizioso:
Chi vuole farsi un giudizio più approfondito ed obiettivo sul caso Simenon, si legga l’intero corpus della sua produzione. In fondo, tra racconti e romanzi sono solo 450 scritti… con una media di un paio a settimana, in meno di 5 anni l’operazione è compiuta! E che sarà mai?

Curiosità:
Il romanzo preferito del signor Roberto Calasso, direttore di Adelphi, è Maigret e il cliente del sabato. Quello della personal librarian, per ora, è L’uomo che guardava passare i treni. A vous le plaisir…

La personal librarian suggerisce:
Se non vi bastano le caratteristiche ed eleganti edizioni Adelphi, che da anni ne cura la pubblicazione sfornando periodicamente un nuovo piccolo gioiello di Simenon, armatevi di santa pazienza e… cercate sui banchi dei mercatini. Spesso se ne trovano degli anni Sessanta e Settanta, dalla copertina un po’ sfocata e smunta, le pagine ingiallite e secche, e quel profumo caratteristico che rende la lettura vintage e ancora più piacevole.

Potrebbe interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *