Il libro delle illusioni – Paul Auster

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Esistono libri che ti porti a letto, la sera, e leggi e leggi finchè non caschi dal sonno anche se non vorresti e devi spegnere la luce e chiudere gli occhi. Ma poi, inspiegabilmente non dormi, e continui a pensarci e devi riaprire gli occhi e riaccendere la luce e riprendere in mano il libro. Per forza.

Ci sono libri che non raccontano una storia. Ne raccontano tante, ognuna con la sua magia, ognuna con i suoi colpi di scena.

Paul Auster scrive romanzi onirici che sono più veri di qualsiasi realtà. Il libro delle illusioni ne è una prova fin dal titolo paradossale. Pensi di esserci finito dentro, all’illusione, ma un po’ alla volta ti accorgi che è tutto vero, anche se inspiegabile. E’ vero il dolore da cui ogni cosa ha inizio. E’ vero David Zimmer, che si catapulta dentro alla storia di Hector Mann, attore di film muti improvvisamente scomparso, per ritrovare la propria.

Alla fine, rimane l’eterna questione: è la vita la vera opera d’arte, o l’opera d’arte che ha imitato fino in fondo la vita? Un po’ come chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina. Chi vuole tentare di rispondersi, lo faccia. Gli altri (me compresa), francamente se ne fregano. E l’uovo se lo fanno all’occhio di bue.

Perché dopo letture come queste, viene sempre una gran fame. Di uova e di vita.

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