Chi mi conosce bene sa che una delle cose che più amo fare è aggirarmi tra gli scaffali delle librerie in completa solitudine, accompagnata unicamente da quelle che io chiamo “Liste della biblio-spesa”. Mi piace andare a caccia degli autori che ho appuntato senza che nessuno mi disturbi o, peggio, mi faccia la fatidica domanda: “Ha bisogno di qualcosa?”. A volte, però, succede che io ascolti sfacciatamente i consigli che librai molto più esperti di me stanno dando ad altri clienti. Un po’ per la mia infinita curiosità, un po’ perché non si finisce mai di scoprire autori e romanzi nuovi. E, lo ammetto, mi piace un sacco.
“Signora, non si lasci ingannare dal titolo o dalla copertina fiabesca – stava dicendo la libraia – questo è davvero un bel libro, scritto molto bene e decisamente non banale”. Potevo lasciarmi sfuggire un consiglio tanto perfetto anche se non richiesto?
È stato così che ho conosciuto Lucinda Riley.
Lucinda è una biondissima autrice irlandese con gli occhi di un azzurro cristallino quasi surreale. E cristallini sono i suoi romanzi: per la scrittura raffinata, per le storie raccontate che pare brillino alla luce del sole.
Le sette sorelle (Giunti editore, traduzione di Lisa Maldera), il primo romanzo che ho letto di questa fortunata autrice bestseller, è anche il primo capitolo di una lunga serie: saranno infatti ben sette i romanzi in tutto, uno per ogni sorella. E già in queste pagine che aprono la saga c’è tutto ciò che il mio palato da accanita lettrice può desiderare: un’ambientazione da fiaba, che tuttavia non è la solita fiaba; una famiglia tutt’altro che convenzionale, che ha fatto degli affetti sinceri e incondizionati il suo fulcro; e, naturalmente, l’amore. Anzi, gli amori: perché di storie ne vivremo due in parallelo, tra presente e passato. Grazie alle parole di Lucinda viaggeremo nel tempo, arriveremo nella splendida Parigi dei lontani anni ’20 e finiremo a Rio, all’ombra del maestoso Cristo Redentore, per svelarne finalmente i segreti. Conosceremo Maia, la prima delle sette sorelle protagoniste, che portano tutte, profeticamente, il nome di una stella. Passeggeremo nei giardini di Atlantis, il meraviglioso castello sul lago di Ginevra in cui Maia vive. Scopriremo a poco a poco parte dei tanti misteri legati alle sue origini e a quelle delle sue sorelle, di cui ha la chiave solo Pa’ Salt, padre adottivo e uomo di grande saggezza e bontà. Partiremo con Maia in un viaggio alla scoperta delle sue radici, un viaggio che la porterà a conoscere quella parte nascosta di se stessa e del suo cuore. E chissà, forse grazie all’incontro con un doloroso passato, troverà la forza di cambiare il suo destino.
Pa’ Salt ci aveva adottare quando avevamo solo pochi mesi di vita, portandoci a vivere là – orfane provenienti dai quattro angoli della Terra – sotto la sua protezione. E ognuna di noi, come amava ricordarci spesso, era diversa dalle altre, speciale… I nostri nomi erano quelli delle Sette Sorelle, le Pleiadi, la sua costellazione preferita. “Maia” è la prima e la più antica.
575 pagine di mistero e passione, di musica e profumo vintage, di lettere appassionate, sentimenti appena sbocciati e amori proibiti che avranno il potere di cambiare le sorti di un’intera famiglia. Ma anche 575 pagine che raccontano un pezzo di mondo, una parte di storia contemporanea. E soprattutto la vita, la bellezza e il coraggio di cambiare. Perché solo dalla scoperta, per quanto difficile sia, può nascere il cambiamento. Da un passato misterioso a un presente d’amore.
La Biblio-prescrizione della Personal Librarian
Cura: una lettura perfetta come terapia da cuore infranto e delusioni sentimentali, ma anche da senso di perdita e desiderio di ritrovare se stessi.
Posologia: assumere 100 pagine ogni giorno. Suvvia, cosa saranno mai?
Effetti collaterali: impellente urgenza di correre a prendere il secondo volume della saga – Ally nella tempesta, è già in libreria! – e poi… dover aspettare con molta pazienza gli altri.
Se il malessere persiste: è consigliata l’assunzione di La luce alla finestra (Giunti editore) della stessa autrice.
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