10.10.10… e la top ten della personal librarian!

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In un giorno come questo, non avendo voglia di ricercare strani significati mistico-simbolici e non potendo – ahimè! – sposarmi con un cinese in Cina come sembra stiano facendo a migliaia, ho pensato di celebrare con la mia top ten libraria molto molto personal, e rigorosamente senza un ordine preciso di importanza.
Eccola qua!

1. Umberto Eco, Il nome della Rosa. C’è tutto quello che cerco in un libro: giallo, fiato sospeso, storia, mistero, morti in gran quantità e soprattutto… libri.

2. Alessandro Manzoni, I promessi sposi. Ok, l’abbiamo un po’ tutti odiato a scuola, dove sotto il banco nei casi migliori tenevamo l’ultimo De Carlo o Baricco (nei peggiori top-girl). Ma, come con il buon vino, lasciatelo decantare e diventerà una lettura unica e imprescindibile. Con effetto sorpresa: i personaggi di cui ci si innamora non saranno mai “quelli principali”! Anzi, alla fine odieremo la sciacquetta di Lucia e il broccolo di Lorenzo, o come dicevan tutti Renzo.

3. Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray. So resistere a tutto, tranne che a Oscar Wilde.

4. Agatha Christie, Dieci piccoli indiani. Cito questo giusto perché è il più celebre, oltre che il primo libro della grande Agatha che ho letto, ma dovrei per onestà citarli TUTTI. Senza alcun dubbio, la mia scrittrice-mito.

5. Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio. Perché è una storia tragica, più nera del nero. E la più grande burla letteraria: il libro per bambini meno per bambini e più per adulti che sia mai stato scritto.

6. Agota Kristof, Trilogia della città di K. C’è una sola parola per descriverlo: un trip. Non assumete sostanze stupefacenti: leggere la Kristof.

7. Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo. Un libro grande per conoscere la storia di ieri, e ancor più grande perché ci illumina su quella di oggi. Purtroppo si è avverato ciò che aveva previsto don Fabrizio: viviamo nell’epoca delle iene e degli sciacalli. Si affannano tutti, e poi il risultato è sempre lo stesso: tutto cambia perché nulla cambi. L’unica speranza è che a nessuno venga in mente di tenere un cane imbalsamato in salotto!

8. Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio. Ogni tanto sogno di risvegliarmi come Elisabeth Bennett. Per avere la sua lingua appuntita al momento giusto? No. Per infilarmi in uno di quei meravigliosi abiti “a sacco” che tanto facevano assomigliare le donne dell’ottocento ad antenati dei barbapapà? Nemmeno. Ma per poter leggere, di notte, a lume di candela senza passare per malata di mente (o rischiare di mandare a fuoco la casa).

9. Dante Alighieri, Divina commedia. Inferno. Specifico la prima cantica, perchè – come in ogni trilogia che si rispetti – è senza dubbio la migliore. La più dark. L’onirica. La vera underground. Sulle altre, mi spiace dirlo ma si sonnecchia un po’ (molto sul Paradiso). Una delle mie prime letture “serie”, uno dei miei primi veri e sublimi spaventi-innamoramenti letterari.

10. Resta rigorosamente in bianco. Come tengo sempre una cornice vuota, senza foto, aspettando di metterci quella che verrà, anche il decimo posto attende il libro che verrà, quello che mi farà sospirare e accapponare la pelle ancora.
Tanto so che appena lo troverò (com’è già successo), continuerò ad aspettarne altri, quindi probabilmente rimarrà libero per sempre. E questa è la cosa più bella.

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2 commenti

  1. Monica P. ha detto:

    Sono un po' perplessa… ok Umberto Eco è Umberto Eco… ma Wilde?? Dopo Manzoni??? Al terzo posto?? E Dante?? (lo sai che per Dante ho un debole..)

    Ecco la mia terzina, scontatissima per chi, come te, conosce i miei gusti:

    primo-posto-pari-merito per motivi profondamente diversi: Dante (il sommo poeta) e Oscar (il più “witty” in assoluto)
    al terzo posto lascio anch'io un punto di domanda, semplicemente perché non saprei chi scegliere (Foscolo, Shakespeare, Meneghello, il mio amato John, Calderon de la Barca etc etc). Propongo di restringere il campo e concentrarci su un genere o un periodo o una lingua.. che ne dici?

  2. Personal Librarian ha detto:

    Si! Ottima idea 🙂
    Comunque avevo specificato che era una lista “random” senza un ordine di importanza. Altrimenti sarei stata molto in difficoltà, perché al di là dell'importanza e dell'enormità dell'autore in sè (vedi il sommo Dante) tutti hanno contato molto per me, in un modo o nell'altro e in diversi periodi della mia vita.
    Che poi, la vita è una lista infinita, non lo diceva anche “qualcuno” che abbiamo recentemente visto a Bologna?? (E infatti, in qualto a “vertigine” c'ero pienamente…!)

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