Si sa, è tipico di ogni cosa nuova appena iniziata farci fare un piccolo resoconto di ciò che è stato, una sorta di rewind di quello che ha caratterizzato il nostro anno appena passato. E a questo non sono indenni nemmeno le librarian come me, ma la sottoscritta ha trovato un buon modo per farlo: guardare la mia libreria.
Eh si, perchè lì dentro – un locus amoenus dove spesso e volentieri mi ci raccapezzo solo io! – c’è buona parte di quello che ha caratterizzato i miei ultimi 365 giorni. Un libro per ogni momento, per ogni stato d’animo, per ogni sfida e ogni emozione.
E così, anche quello appena finito, mi piace ricordarlo come un altro anno pieno di libri. Alcune belle scoperte, altre da dimenticare. Alcuni buoni, altri meno.
Un anno senza mai smettere di fare una delle poche costanti nella mia vita da precaria: leggere.
Un anno iniziato in maniera esilarante, con la prima lettura: Orgoglio e pregiudizio e zombie di Seth Grahame-Smith. E finito altrettanto bene, con Io e te di Niccolò Ammaniti, chiuso solo pochi giorni fa. Un piccolo, prezioso romanzo di cui sicuramente parlerò, che mi è entrato nel cuore.
Nel mezzo, una serie di autori che, in un modo o nell’altro, mi porterò dietro. Da Alice Sebold ad Anne Holt, da Stefan Zweig a Alan Bennett, da Margareth Mazzantini a Josif Brodskij, solo per citarne alcuni (pochi). Ritrovando gli amici di sempre, come Fred Vargas e Agatha Christie (scoperta quest’anno in un’inedita veste romantica), Tiziano Scarpa e Ian McEwan. Libri da toccare, annusare, sfogliare e sottolineare. Libri che hanno dormito con me sul mio comodino, che mi hanno accompagnata in treno o sull’autobus, che mi hanno tenuta sveglia perché proprio non ce la faccio a chiudere. Alcuni mi hanno fatto sorridere. Molti riflettere. Altri incazzare. Pochi – per fortuna – mi hanno annoiata. E qualcuno non sono nemmeno riuscita a finirlo – ma Pennac sarebbe d’accordo con me (se non l’avete ancora fatto, leggetevi il suo meraviglioso Come un romanzo).
Quello che mi resta, è il profumo di tante, tantissime pagine. Il ricordo di nuove emozioni che solo la scrittura e la lettura possono darmi. E un desiderio, anzi due.
Il primo: non smettere mai di emozionarmi aprendo un libro.
Il secondo: essere riuscita a far arrivare almeno un pizzico di tutto questo a voi. Voi che mi fate il regalo più bello: leggermi.
Buon anno, e che sia un anno pieno di letture ed emozioni.
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