Il day two di Libriamo 2011 è passato, ancora più veloce del primo.
Complice il clima un po’ più clemente e l’ambaradan radiofonico ormai perfettamente oliato (cuffie e microfono sono diventati i miei due strumenti preferiti!).
Complice l’atmosfera ai chiostri di Santa Corona, sempre più calda e “di casa”.
Complici soprattutto le persone presenti, che non mi stancherei mai di ascoltare, guardare, intervistare.
Ieri il festival si è aperto all’insegna delle “penne giovani”: Alessandro Mari, classe 1980, e il suo Troppo umana speranza, fresco di premio Viareggio, e Federica Manzon, nata a Pordenone nel 1981, che ha presentato Di fama e di sventura, romanzo finalista al Campiello 2011. A seguire, un Dario Franceschini che abbandona momentaneamente i panni del politico per vestire quelli dello scrittore, molto molto più easy.
Alessandro Mari, Troppo umana speranza, Feltrinelli
Alessandro, e i cinque anni di scrittura, ricerca e ri-scrittura per arrivare a queste 750 pagine di storia e storie.
Alessandro, che ha fatto suo il Risorgimento e a modo suo ce lo fa leggere, e ce lo racconta lasciandoci a bocca aperta. Gli chiedo se ha mai pensato di fare l’insegnante: di prof come lui – penso tra me e me – ce ne sarebbe uno straordinario bisogno. Tra un tarallo, un bicchiere di durello e un sigaro, ci lascia raccontandoci la storia del menamerda, mestiere che oggi non esiste più. E mestiere che mai, ascoltando le sue parole, mi è sembrato più affascinante. Potere – meraviglioso – della letteratura.
Federica Manzon, Di fama e di sventura, Mondadori
Federica che ha scelto un titolo bellissimo per il suo romanzo. Gliel’avranno detto sicuramente tutti, ma certe ripetizioni è giusto farle.
Federica che ci racconta la storia della nonna Vittoria e del suo matrimonio, mentre la frase “Morto no, ma disperso…” mi fa sorridere ancora adesso, ripensandoci (se volete saperne di più, ascoltate la versione integrale dell’intervista!).
Federica che rifiuta categoricamente i miei taralli: fino al 3 settembre (giorno in cui verrà assegnato il premio Campiello) ha fatto “un voto”. Per accontentarla non diciamo nulla, ma chissà che quelle stelle – le stesse tanto amate da Tommaso, protagonista del suo romanzo – le portino fortuna…
Dario Franceschini, Daccapo, Bompiani
Dario, noto come politico e forse un po’ meno come scrittore, e il suo romanzo decisamente singolare. Molti l’hanno definito “originalissimo”. Qualcuno ha parlato addirittura di “erotico”. La prima pagina lo è sicuramente. Mi dicono l’ultima sia ancora più sorprendente. Vedremo, anzi leggeremo. Devo ammettere di essere alquanto curiosa.
Dario, che non è venuto ad assaggiare i miei taralli… e non sa cosa si è perso!
Un grazie particolare ad Alessandro (che si è fermato a lungo con noi) e a Federica, per la loro disponibilità e simpatia. Avercene, di scrittori così!
E oggi?
Oggi ci saranno Davide Golin con Pablito mon amour, libro che ha suscitato in me molta curiosità, e Mariapia Veladiano, di cui ho già parlato qualche tempo fa e che sono – non serve dirlo! – felicissima di intervistare.
Vi ricordo nuovamente che potrete seguire la diretta sul sito http://www.radioonda.it/ (accendete il computer, su!!) e troverete tutti gli aggiornamenti sulla pagina facebook http://www.facebook.com/personal.librarian della P.L.
A domani!
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