Qualche tempo fa ho scritto queste poche righe che parlano di sogni, di libri e di librerie. Le ho ritrovate oggi e ho deciso di pubblicarle qui, perché per me – che le ho scritte – sono ancora vere, ed è bene ricordare ogni giorno che i sogni sono duri a morire.
Con un pensiero particolare a tutti i librai che lottano e lavorano ogni giorno per portare avanti il loro sogno.
Con un pensiero particolare a tutti i librai che lottano e lavorano ogni giorno per portare avanti il loro sogno.
[29 agosto 2012]
Mi è sempre piaciuto sognare. E di sogni ne ho avuti tanti.
Uno dei più grandi – e più belli, e più forti – era quello di aprire una libreria. In realtà, mi sarebbe bastato anche solo lavorarci, in qualsiasi modo e con qualsivoglia mansione: bastava che ci fossero i libri. Da toccare, da annusare, da vivere.
Ieri sera un amico mi ha detto che una libreria da me frequentata cerca un nuovo “proprietario”, e il mio cuore ha subito iniziato a battere. Un momento prima di realizzare che sarebbe stato l’ennesimo sogno impossibile.
Questa mattina, invece, vengo a sapere che chiuderà quella che non è – non è mai stata – soltanto una “libreria”, ma vita, passione, storia, amore per i libri e per le persone. La meravigliosa Do Rode di quel Virgilio Scapin che è nella memoria e nel cuore di tantissimi, non solo vicentini. E che oggi continua a vivere, grazie all’entusiasmo del suo libraio (che non è soltanto un “libraio”).
Sono piena di tristezza
Ditemi che non è vero. Ditemi che è uno scherzo fuori stagione.
Che non è l’ennesimo colpo inferto alla cultura, alla storia. A questa città.
Ai miei sogni.
Quei sogni che, però – e dovrei ricordarmelo più spesso – sono duri a morire.
E allora continuiamo a sognare, anche se a volte è difficile, anche se le librerie continuano a chiudere, anche se è solo fra le pagine di un libro.
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