Non c’è due senza tre! E così, anche la terza giornata di Libriamo 2011 è andata.
A suon di api, raffreddori e risate. Eh già, la mia allergia a qualcosa-di-non-ben-identificato + le continue improvvisazioni della mia spalla Max + un’ape che si era particolarmente affezionata alla nostra postazione (e la tecnica dello “star fermi senza muovere un muscolo e senza respirare” non ha sortito effetti!) hanno creato numerosi momenti di memorabile ridarella radiofonica. Senza contare i miei tentativi di mascherare almeno via webcam gli ecciù e le pernacchie sui fazzoletti di carta (temo non abbia sortito effetti nemmeno questo!)
E poi – anzi soprattutto – c’erano loro: i libri.
Libri sopra i tavoli, nelle borse, negli zaini, sulle sedie, tra le mani. Libri letti, da leggere, da ascoltare, di cui parlare. Libri da portarsi a casa, libri da annusare, da riaprire, da firmare. Da ricordare.
Mi giravo e li vedevo. Chiudevo gli occhi e ascoltavo chi ne leggeva un passo, chi ne parlava, chi ne chiedeva. Un piccolo paradiso del bibliofilo, insomma, di cui non mi sarei stancata mai.
Ma i libri qualcuno deve pur scriverli (ah si?!). E gli autori di ieri non hanno deluso le mie aspettative.
Davide Golin, Pablito mon amour, No Reply
Davide è stato senza dubbio una piacevole scoperta. Se prima ero curiosa di leggere il suo libro (che giace già pronto sul mio comodino), adesso dopo averne conosciuto l’autore non vedo proprio l’ora. Non si dica mai che Pablito mon amour è “il solito libro sul calcio”. Il gioco del pallone c’è, naturalmente, ma si rivela solo un filtro per parlare di un’epoca – quella degli anni ’70 e ’80 – e di una provincia – quella veneta. Dopo la presentazione di Davide avevo una disperata voglia di Big Babol e di ascoltare uno dei miei 45 giri col mangiadischi arancione di quando ero piccola. Peccato che sia finito da non so quanto tempo nella spazzatura, ed io mi stia ancora mangiando le mani…
Ascoltate la sua intervista! C’è pure una chicca: l’interpretazione super di un passo di Pablito che vi sorprenderà.
Mariapia Veladiano, La vita accanto, Einaudi
Devo ammettere che ero piuttosto nervosa all’idea di intervistare Mariapia. Quando succede che un libro ti colpisca tanto, com’è successo a me con La vita accanto, hai un certo timore reverenziale nel ritrovarti faccia a faccia con il suo autore. Timore che – nel mio caso – si è trasformato presto in emozione: con Mariapia mi sono sentita subito a mio agio, e così l’intervista è volata via leggera e piacevole. Parlando di Rebecca, di Vicenza e di… cinema. Eh sì, perché il regista Marco Bellocchio ha acquistato i diritti del libro: speriamo quindi di vedere presto Rebecca sul grande schermo!
Insomma, sono stati tre giorni intensi e meravigliosi. Tre giorni che non dimenticherò mai, e che spero si ripetano presto – magari in altre forme, magari in altri luoghi – ma sempre con i libri come denominatori comuni.
Un grazie di cuore a chi questi giorni li ha resi possibili, e a chi ne ha fatto parte.
[Avevo appena finito di scrivere una lunga lista di nomi, poi l’ho cancellata. Non servono. Chi ne è parte, si riconoscerà. E per quanto mi riguarda, non vi dimenticherò]
Vi ricordo che sia su questo blog che sul sito http://www.radioonda.it/ troverete presto i podcast delle interviste. Buon ascolto!
Commenti più recenti