Ci sono i colpi di matto. E i colpi di fortuna (o di culo, se preferite i francesismi). Quelli della strega (che nel mio caso può pure assumere le sembianze della vicina di casa). E quelli bassi.
I miei preferiti, però, rimangono i colpi di fulmine. E Parlami d’amore non poteva non farne il topic di una puntata. Del resto, le storie d’amore partono spesso e volentieri proprio da queste farfalle nello stomaco – o scampanellii, o folgorazioni improvvise e irrimediabili che siano.
Di campanacci la vostra librarian ne ha sentiti, anche se non spesso e non con la stessa intensità. Capendo alla fine che esiste un colpo di fulmine per ogni età, e ogni età ha il suo colpo di fulmine.
E non è detto che il più “maturo” sia il meno intenso, anzi.
Il primo coup de foudre letterario che abbiamo scelto è tratto da Notre Dame de Paris (che, vi ricordo, è una mirabile opera di Victor Hugo e non di Riccardo Cocciante, come il nostro Alessandro afferma – esibendo un’ignoranza che peraltro non ha. Aiutatemi voi, vi prego).
Si tratta del momento in cui l’artista di strada Gringoire vede per la prima volta volteggiare in una strepitosa quanto erotica danza la splendida Esmeralda, rimanendone rapito.
Cambiamo decisamente contesto e caliamoci adesso nelle atmosfere quanto mai oscure del tardo medioevo, in uno dei romanzi che da sempre fanno parte della mia top ten personale: Il nome della rosa del grande – in tutti i sensi – Umberto Eco. Ritroviamo l’affascinante Sean Connery – ops! scusate, lapsus cinematografico dovuto all’omonimo film: se non l’avete ancora fatto guardatelo, merita. Dicevamo, l’arguto Guglielmo da Baskerville e il fedele compagno Adso da Melk, impegnati a scovare l’autore di efferati delitti fra le cupe stanze di un’abbazia benedettina. Ma qui di delitto non si tratta – a meno che non si intenda metaforicamente un delitto d’amore. Causa della folgorazione di cui è preda il giovane quanto inesperto Adso è una contadina discinta che gli rapisce il cuore (e non solo quello) portandolo a una folle passione, quasi… mistica.
E, fin qui, due momenti di Alta letteratura: dopo questi, non ci si può che abbassare, giusto?
Invece no! Noi amiamo stupirvi fino in fondo, e vi facciamo arrivare fresca fresca – per non dire… gelida – un’ennesima pietra miliare della letteratura mondiale: la bella, l’affascinante, la suicida (ma a questo meglio non pensare) Anna Karenina di Lev Tolstoj. Il brano scelto, però, non riguarda l’infelice eroina del titolo, quanto la dolce Kitti, che assieme a Levin forma la coppia “positiva&felice” del romanzo. Questo è l’istante in cui il bel giovine vede la sua donzella pattinare nel gelo di Mosca. Dalla Russia con amore, insomma.
Di nuovo, sono molto colpita, Alessandro. Ma chissà poi se nella realtà…
Infine, una doverosa precisazione in riferimento alla puntata romantica di qualche settimana fa: le rose che accompagnano i libri nella fotografia di questo post non sono certo lì a caso. Qualcuno ha provato a dimostrarmi che il romanticismo esiste ancora. E pure il colpo di fortuna, aggiungo io – visto che con tutta probabilità ho beccato l’ultimo dei romantici. Grazie, chiunque tu sia!
Appuntamento a domani sera con una nuova puntata: questa volta protagonista sarà il primo amore, quello che in teoria non si scorda mai (e… in pratica?)
Come sempre, seguiteci col cuore.
pl.
Per ascoltare la trasmissione: Radio Onda 1
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