♥ Parlami d’amore puntata 9: La (maledetta) pausa di riflessione

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Ora, ci sono argomenti amorosi che non si possono reggere.
Uno di questi, forse proprio il n. 1, è la pausa di riflessione.
Ma pausa de che, dico io?! Uomini e donne innamorati o pseudo tali, abbiate il coraggio di guardare in faccia la realtà: se le cose non funzionano più, non mettetele in pausa. Del resto, come ho avuto modo di dire durante la trasmissione, una frattura secca si può curare molto meglio di una scomposta (lo so, mi sto auto-citando, lasciatemi queste piccole soddisfazioni…)

Bando alle ciance, eccovi le letture della puntata.
Siamo partiti dal classico: Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani. Storia d’amore (unidirezionale, a dire il vero) alle soglie della seconda guerra mondiale. Il momento è topico: la protagonista Micol (che, lo ammetto, ho sempre ritenuto piuttosto antipatica* per quella sua aria così perfetta e quella bellezza statuaria) cerca di tenere a distanza B., perdutamente – e irrimediabilmente – innamorato di lei. Tipico esempio di pausa di riflessione a senso unico, in cui al malcapitato di turno non resta che adeguarsi con la speranza di riuscire a rivedere (riavere?) l’oggetto del desiderio.

“Arrivati a questo punto, ti sarei grata se d’ora in poi tu fossi un po’ meno assiduo… sì… se insomma tu venissi a casa nostra meno spesso”.
“Scusami”, riuscii a mormorare. “Ho capito”, dissi, chinando il capo. “Ho proprio capito che non vuoi più vedermi”.
“La colpa non è mia. Sei stato tu, a diventare a poco a poco insopportabile”.
(G. Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini, Einaudi)

Abbiamo scelto poi una struggente (struggente è ancora poco) poesia del grande Eugenio Montale – autore molto amato dal nostro Alessandro – che in pochi versi descrive alla perfezione l’incolmabile vuoto lasciato dall’assenza della moglie.

“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue”
(E. Montale, dalla raccolta Xenia II, Mondadori)

Messi via i fazzoletti, abbiamo subito ripreso verve con il brano scelto da Alessandro dal suo Manuale per i(n)felici amanti: “Dalla passione alla pazienza (alla rinuncia)”.

“L’attesa è un esercizio di umiltà. Costa, in termini nervosi, ma scava la giusta distanza critica. Privarsi, anche temporaneamente, aiuta a sedimentare le vere priorità e a chiarire quanto il desiderio resiste all’opposizione, agli attriti, all’oblio”.
(A. Zaltron, Manuale per i(n)felici amanti, zero91)

Già. Ma sarà poi così facile?

Noi vi lasciamo con questo cocente dubbio, ricordandovi che ci saremo senza alcuna pausa anche questo giovedì, alle 21.30 su Radio Onda 1 con una puntata elettrizzante sul colpo di fulmine. E se vi siete persi la (stra-maledetta) pausa di riflessione, vi ricordo che potete riascoltare le nostre perle di saggezza anche in podcast.

Come sempre, seguiteci col cuore.

p.l.

*Leggi: stronza.

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