La ragazza di Brooklyn – Guillaume Musso

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Se dovessi descrivere lo stile e i romanzi di Guillaume Musso in due parole userei senza dubbio queste: emozione e suspense.

La qualità maggiore di questo autore – oltre a un’indubbia capacità di scrittura, che rende le sue opere scorrevoli e piacevoli da leggere – è infatti il mix riuscitissimo tra storia d’amore e giallo, che fa da perfetto filo conduttore. L’intreccio narrativo, spesso costellato da piccole, grandi rivelazioni che portano al colpo di scena finale, è sostenuto da un ritmo sempre incalzante, mai giù di tono, in grado quindi di tenere il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina.

Ho sempre preferito la follia delle passioni alla saggezza dell’indifferenza.

Non è da meno La ragazza di Brooklyn, che per certi versi continua il filone di Central Park, suo lavoro precedente, pur trattandosi di due storie completamente diverse. Lo continua per la componente thriller molto più presente in queste due opere rispetto alle precedenti, in cui l’aspetto sentimentale era certo quello di maggior rilievo (penso a Chi ama torna sempre indietro).

Niente ci commuove di più del ricordo delle occasioni mancate e del profumo della felicità che ci siamo lasciati sfuggire.

La storia è di quelle che partono subito col botto, per dirla in poche parole. Un uomo – scrittore di successo in crisi creativa – e una donna si amano e stanno per sposarsi; una sera, tuttavia, l’uomo vede qualcosa di orribile che riguarda la donna e che lo turba profondamente. Subito dopo la donna scompare. Da lì, inizierà una forsennata ricerca da parte dell’uomo e di un amico poliziotto, in un susseguirsi di avventure e vicissitudini piene di punti di domanda, misteri da risolvere, piccole rivelazioni fino all’inaspettata soluzione finale, che chiude il cerchio e riporta l’ordine.

Tutte le esistenze, prima o poi, dovevano subire quel tipo di sisma: quel momento in cui i sentimenti diventano fiammiferi sfregati in una foresta piena di sterpi secchi. Il preludio a un incendio capace di travolgere le nostre fondamenta e di trascinarci verso l’abisso. Oppure verso la rinascita.

A fare la differenza nelle opere di Musso, specialmente in questa e in Central Park, oltre alla qualità di una storia ben costruita, è questo: alla fine, quella che sembrava essere una semplice lotta tra bene e male, si rivela molto più profonda e complessa. Non c’è mai solo il bene o solo il male; non ci sono mai, tra i protagonisti principali, solo buoni o solo cattivi. C’è molto di più dietro le esistenze di ciascuno, e Musso ce lo racconta attraverso una caratterizzazione dei personaggi ben costruita. Un aspetto, questo, a volte sottovalutato in opere simili, in cui la componente di suspense è certo quella apparentemente più forte.

Musso è un autore che non mi delude mai. Se cerco una lettura non troppo impegnativa ma di buon livello e che mi faccia trascorrere qualche ora piacevole è sicuramente la scelta più azzeccata. Consigliato!

[Guillaume Musso, La ragazza di Brooklyn, La nave di Teseo, 2016]

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