Sulla via del male con J.K. Rowling

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La via del male è il terzo capitolo della serie di Cormoran Strike firmata da J.K. Rowling con lo pseudonimo Robert Galbraith. Non lo nego: questo romanzo non ha avuto tutte critiche esaltanti. Ma, come spesso succede, io vado un po’ contro corrente e… niente, l’ho adorato.

Ho adorato Cormoran, gigante buono senza una gamba, ho adorato la sua ruvidezza che nasconde un animo gentile e profondamente altruista. Ho adorato Robin, collega nell’agenzia investigativa e compagna di tante avventure. L’ho adorata ancora di più, in questo terzo capitolo, per la sua fragilità, le sue incertezze alla vigilia di un matrimonio con un uomo che probabilmente non sente più affine, con al dito un anello di fidanzamento che pesa come piombo. Amo l’ambientazione londinese, quel grigio e quella pioggia che accompagnano alla perfezione i passi dei due protagonisti.

E ho amato, naturalmente, la scrittura ineccepibile della Rowling, che questa volta ci regala una storia piuttosto macabra – inizia tutto con una gamba mozzata fatta recapitare alla povera Robin – che, come nei precedenti capitoli, è fatta di ombre, quelle che nascondono la parte più oscura e terribile dell’animo umano.
Quelle che nascondono il male.

Il giallo è solo un pretesto per raccontare questo: il male che si annida ovunque e, potenzialmente, in ciascuno di noi. La fragilità che è parte di ciascuno, ma non per questo ci rende meno forti, solo più umani. E l’amore. Un amore che forse non rispetta i nostri piani, che non ci aspettavamo e complica ogni cosa. Un amore che è, prima di tutto, amore per noi stessi, per ciò in cui crediamo, per quello che ci rende vivi. Anche se si chiama pericolo.

Una lettura che vi terrà in buona compagnia, e che mi sento di consigliare: ha superato anche la prova “porta un libro con te mentre aspetti il tuo turno dal medico”, collaudata!

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