Festivaletteratura: l’ultimo giorno (purtroppo!)

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Domenica 9 settembre: ultimo giorno di festival.
Sono fisicamente distrutta, eppure mi sembra di vivere in uno stato di beatitudine: questi giorni sono stati così “pieni”, così stimolanti. Ne avevo un gran bisogno, è un’esperienza che consiglierei col cuore a tutti gli amanti dei libri (e non).

Ieri ha chiuso la giornata un travolgente Ascanio Celestini, che come sempre ha fatto ridere e riflettere (e anche commuovere, almeno le anime tenere come la mia!). Mi ha affascinato molto sentire che i suoi racconti non sono scritti, ma appunto “raccontati”, come si faceva un tempo. Non ho ancora letto nulla di Celestini, ma dopo la serata di ieri conto di colmare presto questa lacuna.
Oggi invece è iniziata all’insegna del giallo, genere che io amo particolarmente. Non avevo mai avuto l’occasione di incontrare Carlo Lucarelli, pur seguendo sempre le sue trasmissioni e avendo letto parecchi dei suoi libri. Mi è parso davvero un “gigante buono” – come qualcuno mi aveva detto. E’ stato bello ascoltarlo parlare – con quella caratteristica voce profonda e quasi rassicurante – degli strumenti del giallista, di come nascono le sue storie, dell’importanza dei luoghi (su tutti Bologna) e di come il giallo abbia la fondamentale capacità di dire meglio di altri cosa non funziona nella realtà. Interessante anche riproporre la distinzione fra giallo e noir, e ripercorrere un po’ di storia del genere, dove non poteva non essere citato il grande Horace Walpole e il suo Il castello di Otranto, pietra miliare del romanzo gotico che mi ha divertita moltissimo e naturalmente è già da tempo nella mia libreria.

Libreria che quando tornerò avrà nuovi ospiti (o inquilini?). Si dà il caso che mi sia scatenata anche qui, e mi porterò a casa giusto due o tre (o quattro, o cinque…) libri degli autori presenti al festival. Che vi racconterò nei miei prossimi post!

Quindi sì: siamo arrivati all’ultimo giorno. Purtroppo.

Lasciare Mantova mi rende triste: troppo vive queste giornate, piene di una magia strana che è difficile riproporre nella quotidianità.
Ma conto di provarci: del resto, a cosa servono i libri se non a rendere la vita un po’ magica?

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