Ci voleva una giornata davvero noiosa per farti tornare, Giorgio Pellegrini

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[Massimo Carlotto, Alla fine di un giorno noioso, e/o]
D’altronde, ci avevi detto solo Arrivederci, dieci anni fa. E noi non ti avevamo certo dimenticato.
Dopo Arrivederci amore, ciao, che nel 2001 l’ha consacrato fra i mostri sacri (nel senso letterale del termine) della letteratura noir, Giorgio sembra aver davvero cambiato vita. Una bella casa, una bella moglie, un bel locale nel centro storico di una sconosciuta città veneta, un bel gruzzolo di soldi impiegati in investimenti fruttuosi. Insomma, una vita pulita (o ripulita), quella che da dieci anni desiderava. Quella per cui ha combattuto, lottato, sacrificato – mai se stesso, s’intende. Quella per cui ha ucciso.
Eppure, dietro questa bella maschera di ordine e pulizia, c’è qualcosa che non quadra. O meglio, che sembra quadrare troppo per essere vero. Lo scopriamo subito, fin dalle prime pagine, ed è lui a guidarci: la voce lucida e spietata di Giorgio, che in prima persona sfonda questa parete di perfezione e ci conduce con la massima naturalezza verso la sua vera natura. La sua vera vita. Fatta di tre grandi amori, con la A maiuscola.
Il primo, e il più banale eppure quello che più colpisce. La moglie Martina, emblema della compagna perfetta. Ma qualcosa, neanche a dirlo, non torna. Dopo il matrimonio, Giorgio le ha chiesto di lasciare il lavoro. Mangia e beve solo quello che lui ordina per lei. Sul frigo ha accuratamente attaccata la lista degli impegni che il marito le prepara di settimana in settimana. Persino la sua unica amica, Gemma, sembra fare di tutto per convincerla che Giorgio ha sempre ragione. Fino ai riti notturni che non sono esattamente quelli della classica coppia felicemente sposata…
Il secondo amore è la Nena, il locale “in” gestito da Pellegrini. Alla Nena si mangia e si beve bene, i clienti non mancano, i politici e affaristi corrotti nemmeno. Ma, quello che più conta, la nena è per Giorgio il segno concreto del cambiamento. La prova quotidiana di quanto la sua vita sia migliorata, del suo riscatto, della sua rivincita nei confronti di un passato odiato e rinnegato. 
Il terzo grande amore di Giorgio Pellegrini è… Giorgio Pellegrini. E non c’è bisogno di spiegazione.
Alla fine di un giorno noioso, qualcuno cercherà di minacciare due di questi grandi amori. Non vi svelerò quali, anche se non credo sia difficile immaginarlo. Sarà soltanto un pretesto per far tornare, forte come un colpo di pistola, la vera natura di Giorgio: quella ferocemente nascosta, ma mai davvero dimenticata. Quella che lo porterà, a dieci anni di distanza, ad uccidere ancora.
Il tutto, in un Nordest sempre presente, ancora protagonista. E a qualcuno l’immagine che ne esce potrebbe non piacere. Eppure, si tratta dell’habitat ideale nel quale Pellegrini si muove, vive, ama e uccide. E non c’è una sola cosa tra quelle raccontate che non sia accaduta, o che non potrebbe accadere. Purtroppo.
Massimo Carlotto è stato giustamente definito un autore “privo di sentimentalismo”. Uno di quelli che devi prendere a piccole dosi, perché potresti non reggere a tante parole nude e crude, perfettamente incasellate a formare una di quelle storie che non si dimenticano. Io, naturalmente, non ho seguito il consiglio, e l’ho letto tutto d’un fiato questo Alla fine id un giorno noioso. Poi ho pure dormito, e di gusto. Con la pace dei sensi che solo un buon libro ti può dare. E non me ne sono affatto pentita.
Il consiglio della Librarian
Leggetevi prima Arrivederci amore, ciao. Potete anche non farlo, la storia non ne risentirà: ma vi verrà comunque un’irresistibile voglia di leggerlo dopo, quindi il risultato non cambia. Del prequel è uscito anche un bel film omonimo, qualche anno fa, con un Alessio Boni alias Giorgio davvero strepitoso.
Corpo del reato
Un bel librino agevole da maneggiare con un discreto e caratteristico profumo. La copertina, poi, è perfetta. Per non parlare della frase che precede il primo capitolo: esilarante!
Quotes
“Lui approfittava del mio stato di subordinato e io di quello di Nicoletta. E di Martina. E di Gemma. Erano indispensabili per sopravvivere. Solo chi è alla base della piramide rimane fottuto. Per questo è necessario trovare il giusto posto in questo mondo. A qualunque costo”.
Controindicazioni
Che lo facciate in palestra, oppure a casa, credetemi: non sarete più in grado di salire su una spinbike con tanta tranquillità. Garantito.

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