The personal librarian is back!

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Quasi otto mesi di silenzio. Quasi otto mesi in cui non ho scritto una riga.
Perché?
Potrei dire lavoro. Potrei dire studio. Potrei dire pigrizia.
Potrei, insomma, inventarmi mille motivi diversi. In realtà, soltanto uno è veritiero: se non l’ho fatto è perché veniva sempre qualcosa prima. Ovvero, in poche parole, non avevo proprio voglia di farlo. Quello stato di vorrei ma anche no che a volte caratterizza la mia vita.
Poi accadono eventi fortuiti, circostanze che hanno l’imprescindibile forma di libro. Un insieme di coincidenze che ti fanno venire quella stretta nello stomaco (un po’ come quando un Clark Gable da capogiro dice a Rossella “dovreste essere baciata, e spesso, e da un esperto”, tanto per intenderci), così riapri il pc e vai.
Una di queste, quella più recente e ancora calda, mi viene dalle due borse di libri che ho comprato oggi in un sussulto di biblioraptus. Me le sono trascinate a casa in treno da Venezia (le braccia ancora ringraziano): dentro, anche una pesantissima edizione economica dell’Hypnerotomachia Poliphili che aspettavo ormai da due mesi (e che l’Adelphi si è finalmente sognata di inviare!).
Mi sono detta, è un segno.
I muscoli delle braccia, dopo cotanto sforzo intellettuale, hanno fatto eco: è un segno.
E di quanto durerà questo segno, come direbbe il soprannominato baffetto… beh, francamente me ne infischio!
Cosa contengono le borse della spesa della p.l. oggi:
– Il già citato Polifilo attribuito a Francesco Colonna (ma in realtà ci sarebbe da disquisirne per anni), ovviamente in edizione economica considerato che la princeps del 1499 – ahimè – non potrei comprarla nemmeno trovandola! Un’opera che non oso nemmeno definire semplicemente libro, per tutto quello che si porta dentro, e fuori, e attorno e fra le righe (magari un giorno ne parleremo meglio).
– Stefan Zweig, Mendel dei libri, Adelphi, 2010. Di questo invece si parlerà molto presto… l’ho divorato tornando da Venezia in treno!
– Iosif Brodskij, Fondamenta degli incurabili, Adelphi, 2010. Letta la prima pagina di nascosto in libreria. o – come diciamo noi – de scondon, e già non riuscivo a staccarmene.
– Colette, Cheri e La fine di Cheri, come sopra. Lo so, lo so. sembra un catalogo di Roberto Calasso. Pardon! Recentemente ho visto il film, e ovviamente… non si può non leggere il libro.
– Claudio Dell’Orso, Nero veneziano. Crimini ed efferatezze in 21 casi degni di nota, Elzeviro, 2006. Questo si riallaccia al precedente, ed apre un escursus di libri su Venezia che avrà – me lo immagino già – vita piuttosto lunga…
– Matthew Pearl, Il ladro di libri incompiuti, Bur, 2010. Tanto per cambiare, il giallaccio sui libri non poteva mancare…

A presto con le relative ricezioni!

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