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Fénéon, questo sconosciuto. Questo sconosciuto artista della parola brillante, irriverente, geniale. Questo sconosciuto unicamente per colpa nostra, che l’abbiamo dimenticato per altrettanto ignoti motivi, e che fortunatamente espiamo la nostra onta riscoprendolo oggi grazie a questo libro. Un libro fatto di tanti brevissimi paragrafi che nel 1906 costellavano le pagine del quotidiano “Matin”. Un autentico, piccolo gioiello che non assomiglia a nient’altro sia mai stato pubblicato. Che non ha genere, nè definizione, anche se in quelle tre righe davvero ci entra l’intensità di un romanzo. Che non ha nemmeno un plot preciso, ma segue unicamente le impertinenze del suo creatore.
Felix Fénéon. Impiegato modello. Critico d’arte sublime e lungimirante, primo fra tutti a coniare il termine “neo-impressionismo”. Editorialista, scrittore e columnist dei più radicali e anticonformisti giornali parigini dell’epoca. Uno che avanti ci vedeva davvero. Un anarchico, che alla sbarra, dopo un arresto, sapeva spiazzare anche nell’interrogatorio più agguerrito.
A sorprendere, non è solo quella manciata di parole adoperata per raccontare delle perfette short stories. Ma è quello che queste short stories raccontano a spiazzare. Un universo a tutto tondo descritto con ironia, cinismo e realtà nuda e cruda. Righe grottesche, comiche, terribilmente concrete. Che fanno sorridere, sì, ma con la consapevolezza di quanto ci sia di vero. E che non si distaccano poi tanto dal nostro presente. Da quello che adesso ci circonda, e ci sbatte addosso dalle pagine dei quotidiani.
Se Fénéon fosse vissuto oggi, ne avrebbe avuto di buon materiale su cui scrivere.
Con un’unica differenza.
Se Fénéon fosse vissuto oggi, le sue storie fatte di trenta parole sarebbero diventate dei perfetti sms. 160 caratteri in cui infilarci tutto un mondo. Da spedire poi giusto a qualche conoscente. Che all’epoca si chiamava Degas, Gide, Debussy, Seurat, Joyce, Apollinaire. Chissà se si sarebbe divertito.

Noi di sicuro sì.

Il suggerimento:
Da leggere rigorosamente armati di lapis in mano, pronti a segnare le chicche più gustose.

La controindicazione:
Alla fine, il vostro libro sarà completamente sottolineato. O quasi.

[Felix Fénéon, Romanzi in tre righe. Adelphi, 2009]

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2 commenti

  1. giardigno65 ha detto:

    UN MAESTRO ! C'era pure una recensione su TTL la scorsa settimana …

  2. qlo ha detto:

    questo mi interessa.
    merci.

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