Sapevamo di abitare a Peyton Place?

Share
Gente apparentemente per bene, una società fondata sulla famiglia, la religione e il lavoro. E poi, scavando… Un ricco industriale che sale precipitosamente (e inspiegabilmente) la scala del successo, mentre i giovani vedono le loro speranze crollare a poco a poco e le vite degli adulti finiscono in tragedia. Andare a messa seduti in prima fila ed essere in realtà il peggior delinquente. Dipingere un quadretto apparentemente perfetto della propria esistenza, e nascondere il marciume sotto il tappeto. Falsificare la moralità, dimenticare il rispetto. E poi, ancora, violenze, tradimenti, intrighi, amori, gossip che più non ce n’è.
Un paese piccolo, dove tutti sanno ma nessuno deve sapere. Un piccolo paese dove, alla fine, niente è come sembra. In cui la parola scandalo è bandita, pur essendo l’unica in grado di descrivere davvero la realtà.
Vi fa venire in mente qualcosa?

I peccati di Peyton Place. Un libro che all’epoca della sua uscita, negli anni ’50, ha suscitato enorme scalpore, tanto da diventare un best seller che tutti leggevano di nascosto. Un clamoroso caso editoriale, per di più scritto da una sconosciuta casalinga trentenne, che ha dato vita a serie televisive e trasposizioni cinematografiche. E che consiglio vivamente di leggere: si addice sia a questo periodo estivo (è stata una delle mie letture vacanziere di qualche anno fa), sia… a questo periodo in quanto tale.
D’accordo, Peyton Place era un piccolo paese americano. Ma in fondo, anche le città più grandi sono esattamente così. E, a ben guardare, l’Italia è oggi più che mai un piccolo, piccolo paese. Una piccola Peyton Place.
Noi però la serie televisiva non ce l’abbiamo. Ma basta accendere un qualsiasi canale tv per vedere il grande fratello quotidiano, seduti comodi comodi in poltrona.
Che culo.
[Grace Metalious, Peyton Place, Einaudi]

Potrebbe interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *