Il paradosso della bibliotecaria (anche i topi hanno i loro gusti)

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I libri sono cari.

Non ci sono mezzi termini, e nemmeno tanti giri di parole.
Per chi, come me, ne compera “a chili” (il copyright è della mia saggia madre), il problema non è da poco. E, purtroppo, non esistono molte cure possibili. Chi ha una passione, una mania o come vogliamo chiamarla, arriva a spenderci fatica, stipendio, ragione e notti insonni.
La soluzione più ovvia a tutto ciò abita in un posto chiamato biblioteca. Ovvero, la casa dei libri.
Chi entra in una biblioteca, può prendere a prestito un certo numero di libri gratis. Li può portare a casa gratis. Li può leggere gratis. Dopo di che li riporta e ne può prendere altri ancora sempre gratis. E siamo apposto.

Invece un bel niente. C’è chi, tutto questo, non riesce proprio a farlo. O perché con il libro ha un rapporto fisico. O perché deve possederlo e tenerlo e metterselo in casa dove gli pare. O perché se lo deve sottolineare, piegare, sgualcire, usare, leccarsi le dita per girare pagina a piacimento senza remore o recriminazioni. Perché insomma deve essere suo.

Io faccio parte di questo secondo gruppo (tranne per la leccata al dito).
E, per di più, sono una bibliotecaria. Anzi, un vero e proprio topo di biblioteca.
Come dire, un topo che vive negli stabilimenti del Parmigiano Reggiano ma riesce a mangiare solo Grana Padano.

Però, dopo anni di esperienze di vario tipo, qualche via traversa per ovviare almeno in parte ai problemi economici è saltata fuori. E così pure svariate considerazioni sull’universo librario ed editoriale. Per questo ho deciso di creare un’apposita sezione di questo blog, in cui saranno presenti varie ed eventuali sul tema. Si chiamerà “cari libri”, chissà perché.

Tutto ciò, finché sempreinspiaggia non si metterà seriamente a masterizzare…

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3 commenti

  1. asfodelo ha detto:

    Anch’io appartengo alla seconda che hai detto.
    Da piccola, causa scarsità pecuniaria e assoluta assenza di libri a casa mia, assidua frequentatrice di biblioteche. Forse quella sofferenza di allora, nel non poterli comprare, mi è rimasta addosso, in modo devastante.
    Ho passato un intero periodo a “comprare” i libri già letti, per il piacere di averli.
    Effetto collaterale: io non posso acquistare troppi libri insieme, perchè devo leggerli, i libri che ho. Non sopporto l’idea di un libro intonso a lungo nella mia casa.
    Questo mi salva, in effetti… 😉

  2. Rosadimaggio63 ha detto:

    Hi,
    mi aggiungo al gruppo…
    la mia stessa casa è una “libreria”…perchè il libro stesso è la mia passione.-
    Lo devo possedere, lo devo rivedere, lo devo ritoccare, lo devo riverire, lo devo vedere adagiato ora in questo posto, ora in un’altro come se fosse un componente d’arredo…
    E rileggerlo è come rivedere un vecchio amante…
    xoxo

  3. con il tempo, la famiglia e la crisi ho imparato che non posso avere tutti i libri del mondo sul mio scaffale…ma è stato doloroso!
    Complimenti per il tuo bellissimo blog!

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